La proteina C-reattiva migliora la capacità di predire il rischio nei pazienti con sindromi coronariche acute
L’elevato livello di proteina C-reattiva ( CRP ) è un marcatore di rischio nei pazienti con sindromi coronariche acute, ma gli attuali sistemi di punteggio di rischio non considerano questo fattore.
E’ stato studiato il valore predittivo incrementale dell’aggiunta della proteina C-reattiva al punteggio di rischio del Global Registry of Acute Coronary Events ( GRACE ).
Lo studio ha riguardato 1.408 pazienti su 1.901 individui consecutivi affetti da sindrome coronarica acuta.
I pazienti con alti valori di proteina C-reattiva ( livelli di proteina C-reattiva maggiori di 22 mg/L, quarto quartile della proteina C-reattiva ) erano più anziani, avevano più comorbidità e peggiori condizioni emodinamiche, ricevano meno trattamento raccomandato, e presentavano una mortalità a 30 giorni maggiore di quattro volte.
L'analisi multivariata ha dimostrato che la proteina-C-reattiva è un importante predittore indipendente di mortalità.
L'aggiunta della proteina-C-reattiva al modello GRACE ha migliorato in modo modesto la capacità di discriminazione e la calibrazione.
I pazienti sono stati divisi in quattro gruppi in base alla predizione del rischio GRACE: inferiore a 1, da 1 a inferiore a 5, da 5 a inferiore a 10 e maggiore o uguale a 10%. Il modello con proteina-C-reattiva ha permesso un’adeguata riclassificazione nel 12.2% dei pazienti.
In conclusione, l’elevato livello di proteina C-reattiva è un fattore predittivo, modesto ma indipendente, di mortalità a 30 giorni nei pazienti con sindrome coronarica acuta, anche dopo aggiustamento per co-morbidità, condizioni emodinamiche, e trattamento.
In combinazione con il punteggio di rischio GRACE, la proteina C-reattiva permette di migliorare la classificazione del rischio. ( Xagena2010 )
Schiele F et al, Eur Heart J 2010; 31: 290-297
Cardio2010 Diagno2010
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